C’era una volta in Puglia…
Il Novecento Room & Breakfast sorge in via Tito Speri numero 15, nel pieno centro antico della storica città di Massafra, (apri in maps) in un palazzo edificato proprio all’inizio del secolo scorso. La sua antica architettura, di origini contadine, racconta le esigenze tipiche dell’epoca, come le cucine in stile “Monacella”, le vecchie nicchie, le terrazze, i piccoli giardini, i pozzi ed i numerosi archi che si elevano quasi in modo estemporaneo, come se tutto fosse costruito in base a ciò che serviva al momento. Con lo spirito di chi si lascia trasportare da questa antica semplicità è stato ricavato l’intero R&B, una sorta di rievocazione, un tributo a quello stile di vita semplice e ricco di valori, fatto di persone, di profumi, di sapori, di tepore e di semplici parole espresse a cuor sincero. Piatti, porta biancheria, quadri, scale per olive, forchette e rastrelli si trasformano in elementi d’arredo, cassette in legno come mensole, vecchie porte di campagna come testiere, antichi setacci come lampadari, giradischi, antiche radio, comò, merletti e pizzi impreziosiscono ogni angolo, strappano un sorriso, riaccendono un ricordo.
Novecento offre l’esperienza unica, introvabile ed irripetibile di tornare ad un tempo in cui il mondo scorreva lento e la gente poteva ancora permettersi di sorridere.
910
Casa Vacanza

Casa vacanza su due livelli, sei posti letto, cucina indipendente, veranda attrezzata, bagno, aria condizionata e riscaldamento, tv e cassaforte.
920
Casa Vacanza

Casa vacanza dotata di soppalco con cinque posti letto complessivi, bagno, cucina, aria condizionata e riscaldamento, tv, cassaforte.
930
Camera Romantica

Riservata camera romantica, ideale per coppie, dotata di letto matrimoniale, bagno privato, aria condizionata, frigo, televisore e cassaforte.
940
Camera Borghese

Con la sua bellissima volta a faccia vista, camera borghese è dotata di tre posti letto, cucina indipendente, bagno , aria condizionata e tv.
950
Camera Nobile

Ampia e lussuosa, camera nobile è dotata di tre posti letto, angolo cottura con frigo, bagno, aria condizionata, tv e balcone panoramico.
960
Camera Contadina

Intima ed accogliente, camera contadina è dotata di due posti letto, bagno, aria condizionata, tv, frigo e balcone panoramico.
Casa Vacanza ‘910
Dal profumo dell’antico al biancore dei muri, la Casa Vacanza 910 si trova nel posto più antico di tutta la struttura. La piccola veranda (ex antico giardino) ne segna il punto di partenza; da questa, infatti, attraverso una scala in legno che si trova lì da oltre 100 anni, si accedeva ad una camera della vecchia “alcova” (detto arùuv) nella quale venivano nascosti i viveri di prima necessità: olio, salumi, legumi, grano e quant’altro al fine di non pagarne le tasse di dazio. La casa dispone di sei posti letto, di cui due matrimoniali ed un letto a castello, dislocati su due livelli (con soppalco), una cucina indipendente con frigo, una bellissima veranda attrezzata, bagno privato, aria condizionata, TV, impianto di riscaldamento e cassaforte.
La storia della ‘910
I letti, originali nella fattura e nella creazione, sono il frutto di un lavoro di recupero ed assemblaggio di pedane EPAL EUR utilizzate per trasporto vario, che si affiancano alla vecchia macchina per cucire del 1910…e dove lo sguardo si apre su uno scorcio del nostro paesaggio campestre con ulivi e grano maturo! Appena dentro l’abitazione appare al muro un antico sopraporta in ferro battuto, tipico dei portoni dell’ 800, oggi diventato la testata del letto principale della casa, arricchita da due grandi cuscinoni realizzati con sacchi di juta. Le appliquès sono realizzate con barattoli di vetro ricoperti da tappi di sacco grezzo, nei quali sono stati riposti i legumi delle nostre terre (fave bianche, fagioli, lenticchie etc.) che illuminandosi donano un tocco di originalità alla camera. La cucina completa di piano cottura con annesso cortile accessibile (attrezzato di panca e sedie e tavolo), è stata realizzata con legno riciclato e trattato; nel frontale appare evidente la posa degli antichi mattoni decorati in cemento in pandance con il lampadario realizzato con conchiglie incastonate in fil di ferro e colorate. La cucina a gas di latta bianca e maniglioni in legno ci riporta ad un’epoca lontana dove la stessa era il cuore della casa. Sopra le mensole del medesimo piano si scorge un’antica bilancia a piatti risalente agli anni 1910-1915 per la pesa della pasta e dei legumi. Del tutto singolare la “piattaia” un po’ rivisitata: realizzata da attrezzi agricoli antichissimi (una pala in legno ed un forcone per il fieno) intrecciati tra loro con filo di juta e spago grezzo alla quale è stato appeso parte del pentolame in alluminio risalente a quegli anni (tegami, mestoli, colapasta, etc). Potrete trovare anche l’antico asse di legno a righe “stricatùr-strofinatoio”che serviva per sciorinare i panni, reinventato come vassoio colazione. Il tutto è stato arricchito da tendaggi di colore arancio realizzati sui modelli del tempo, con nastri e legacci per le chiusure (quando le cerniere erano solo un ibrido) che ne sottolineano la semplicità e funzionalità. Nella stessa casa vacanza anche il bagno, oltre ad essere dotato di tutti i comfort costituisce il risultato di una ristrutturazione studiata ad hoc. Lo stesso rappresentava l’antico passaggio che dalla camera da letto portava alla cucina. Si vede, ancora, il punto nel quale il passaggio si restringeva dove oggi è stata realizzata la doccia; anche qui il tema della semplicità contadina ritorna con le “cassette di legno per il trasporto della frutta” assemblate in particolari mobili-bagno, il “rastrello per dipanare la paglia” diventato l’appendi-accappatoio, la “capasella” in ceramica il cesto portarifiuti. Il porta-asciugamani è stato realizzato con il posizionamento in orizzontale sul muro di una vecchia scala un tempo utilizzata dai contadini per arrivare sui rami più alti degli alberi di ulivo, scuoterli e farne cadere il frutto nella retina per la successiva raccolta. Sul soppalco, realizzato completamente in legno, si trova il letto matrimoniale, anch’esso realizzato con pedane EPAL EUR trattare e portate al naturale, e sul quale si può toccare con mano l’antica volta; dal centro della stessa si dipana una “treccia” di reti grezze e tessuti di lino bianchi che ne realizzano il baldacchino. Nella camera si diffonde una luce verde che proviene dalle lampade realizzate con grandi “damigiane” in vetro che servivano per la conserva delle olive e dell’olio. Adiacente a questa, vi è una stanza con un letto a castello assemblato in forma del tutto originale con legnami e pedane ai lati del quale, come scala che permette l’accesso al letto superiore, è stata recuperata un’antica scala di campagna che serviva per sfrondare gli alberi di ulivo. Dotata di ogni comfort e della giusta privacy per gli ospiti che la occupano, e’ una casa vacanza dove il passato, i ricordi e le tradizioni contadine vengono esaltate da particolari degni di nota e dove gli arredi sono essenzialmente improntati al recupero di materiali da riciclo e di oggetti antichi utilizzati per altri scopi.
Casa Vacanza ‘920
Sorge nella vecchia “scuderia” della casa, luogo adibito alla residenza degli animali e ai carri per il trasporto del grano. Un ampio portone d’ingresso permetteva l’accesso, ora trasformato in un grande punto luce in cucina. La casa dispone di cinque posti letto, di cui un matrimoniale e due singoli posizionati sul soppalco, cucina con piano cottura e divano letto, bagno, aria condizionata, TV, sistema di riscaldamento, cassaforte.
La storia della ‘920
È un vero e proprio tuffo nel passato contadino dove appena si entra in cucina si scorge l’antica credenza della nonna (anni ’20) dove si respirava il profumo del pane appena sfornato conservato in canovacci quadrati; il tetto è completamente in legno chiaro dove i cestini sono diventati speciali lampadari. Il piatto appeso alla parete è stato ricavato dal taglio orizzontale di una pedana EPAL in cui sono presenti vecchi piatti, brocche e tazze in ceramica dei primi del ‘900 quando erano usati come “piatto comune per tutta la famiglia”. Salendo le scale per andare nella zona notte, compaiono piccoli riquadri che incorniciano le tele dove si possono ammirare scorci dei monumenti storici di Massafra. Il bagno è nato sull’antica cisterna-pozzo annesso alla casa (ora riportato alla luce: sul fondo dello stesso è stato posizionato un grande tromp-ail che riproduce l’acqua del ruscello), sul soffitto si può vedere un lanterna degli anni ’20 che funge da lampadario e da una scatola di vecchie munizioni che diventa portasapone. Aprendo la porta della camera si vede il bianco candido delle coperte fiandre e la testata del letto ricavata dai portali di un pollaio incastonato nel muro e completato da una vecchia porta in ferro degli anni ’20, danno subito un’idea di cosa significa recupero e riciclaggio; questo, soprattutto se si guarda alla scrivania e alla panca ricavate dalla testiera e dalla pediera di un letto in ferro battuto chiamato “crstìdd”. Sul soppalco si possono notare i due letti singoli adornati da coperte all’uncinetto con pizzi e merletti e un piccolo comodino ricavato dal restauro di una vecchia cassa per il trasporto della “birra Dreher”. I punti colore sono dati dagli scialli di lana che le nonne usavano riscaldare durante i mesi invernali e che circondano uno scenario completamente sospeso nel tempo!!
Camera Romantica ‘930
E’ la camera disposta sul livello ammezzato dell’antica volta che cingeva la stalla sottostante. La sua realizzazione è il frutto di un particolare lavoro di architettura ed ingegneria effettuato al fine di mantenere inalterato l’aspetto originale della stessa dandole però un valore aggiunto.
La camera dispone di due posti letto (letto matrimoniale), bagno, aria condizionata, TV, frigorifero, cassaforte.
La storia della ‘930
Incastonato in un triduo di archi e volte secolari, il letto imponente e completamente in legno con pedata e testiera altissime, è il punto centrale della stanza. Viene ancor più esaltato dai ricami del copriletto, arricchito con trine e merletti e posato su parquet, risale agli anni 1930 e successivi. I resti della volta secolare sono stati riportati a faccia vista dando vita ad una grande mensola naturale sulla quale fa sfoggio una tavolozza dai colori vivi dei campi in fiore. Passando da un varco nella volta (si attraversa il cuore della stessa) si accede all’antibagno dove sulla parete frontale prende vita un intreccio di foglie e fiori dai colori pastello, arricchito di uno specchio in bronzo ovale e un lavabo stile Old England. Entrando nel bagno particolare è la doccia a mosaico completamente ricavata nell’antica volta!! Il tutto conferisce alla camera una particolare e confortevole intimità che la rende particolarmente adatta a serate romantiche e soggiorni da mille e una notte.
Camera Borghese ‘940
Al piano superiore è allocata una vera e propria suite dell’anno 1940 e in assoluto stile alto-borghese dell’epoca. I toni del color amaranto vengono richiamati in ogni dettaglio: dal copriletto alla tenda, dal lampadario alla cappottiera e dove gli occhi cadono inevitabilmente sui decori dei mattoni in cemento della stanza da letto, lasciati nella posa originaria. La camera dispone di tre posti letto, di cui un letto matrimoniale ed un divano-letto ubicato nella medesima stanza, cucina indipendente completa di piano cottura e frigo, bagno, aria condizionata, TV.
La storia della ‘940
Comodini e letto sono il frutto di un certosino lavoro di restauro come anche “l’armadio a tenda” realizzato con materiale in legno di riciclo e adornato da una tenda in pizzo macramè dal sapore antico. Se, poi, si guarda in alto si resta affascinati dalla volta a faccia vista completamente restaurata ed esaltata da un antico lampadario in ceramica dipinto a mano. I pezzi da collezionismo non mancano per allietare gli occhi e la mente di chi vi soggiorna, come l’antica “pettiniera” corredata di spazzole in argento e riviste dell’epoca. Una delizia per chi la occuperà! Anche il bagno non è privo di particolarità e di comfort sui generis, come l’ampia doccia biposto. Lo specchio a scudo in ottone dorato, le appliques ed il lampadario in pandance, sono il risultato di una ricerca dell’antico come il porta-accappatoio ricavato da una cappelliera in ottone anticato con riccioli in rilievo. Le cassette per la frutta dipinte di bianco ed adornate di merletti diventano così dei particolari e capienti porta-asciugamani, come anche il tripiede in ferro battuto bianco utilizzato come lavatoio con bacinella e brocca in latta. Anche la cucina è una vera e propria chicca! Dal tavolo alla piattaia, dal piano cottura completamente realizzato con materiale di riciclo al mobile per la posateria ed il pentolame, tutto assolutamente unico e particolare come genere e come realizzazione. In alto a destra fa sfoggio un vecchio televisore “Minerva” completamente svuotato ed utilizzato come cornice per un quadro dal paesaggio pugliese di ulivi secolari. Sulla sinistra si trova una piattaia di pedana EPAL EUR con mestoli e pentolame in rame ed ottone risalente ai primi anni ‘900. Insomma vedere filtrare la luce del sole dalle finestre con le tende amaranto corrisponde alla stanza un’aurea di magia perfettamente adatta a qualunque tipo di soggiorno.
Camera Nobile ‘950
Ricorda le imponenti camere da letto reali. Il color oro predomina nei tendaggi e negli arredi. Il baldacchino posto sul letto conferisce alla stanza un’importanza, appunto, quasi da “reali”! Gli arredi, in particolar modo il comò ed i comodini, sono stati restaurati e finiti seguendo meticolosamente le lavorazioni dell’epoca. Siamo nel 1950 quando compaiono i giradischi e le radio e proprio questi, originali e perfettamente funzionanti, corredati da una vasta scelta di dischi accolgono l’ospite e gli augurano un meraviglioso soggiorno. La camera dispone di tre posti letto, di cui un letto matrimoniale ed un divano-letto ubicato nella medesima stanza, piccolo piano cottura con frigo, bagno, ria condizionata, TV, balcone panoramico.
La storia della ‘950
L’antica volta riportata a faccia vista ed un lampadario stile retrò sono il completamento di un effetto ottico particolarissimo e…..mentre si calpesta un pavimento in cemento con decori rarissimi ed assolutamente ricercato, si resta affascinati dalla luce imponente che trapela dal balcone panoramico sul centro storico. L’angolo cottura, posizionato nella medesima stanza, resta discreto e quasi invisibile agli occhi da un prezioso drappeggio separè. Entrando nel bagno si ammira la risonanza del color oro-ocra sulle pareti e si ammirano casse di frutta di colore naturale ricolme del bianco candido degli asciugamani; lo specchio a scudo e le appliques in ceramica ne esaltano la ricercatezza ed il gusto nella ristrutturazione di antiquariato.
Camera Contadina ‘960
Sembra di entrare nella vecchia canzone di Domenico Modugno del 1960 “Nel blu dipinto di blu”, perché tutti i dettagli, gli arredi, i tendaggi, sono del colore del mare e del cielo che contraddistingue la nostra terra, così a pochi passi dal litorale Jonico e così fertile ed accogliente. La camera dispone di un letto matrimoniale, bagno, aria condizionata, TV, frigo, balcone panoramico.
La storia della ‘960
Anche in questa stanza il passato si annusa già dietro la porta d’ingresso riscoprendosi poi nelle coperte a quadri colorati lavorate dalle nostre nonne e legate a mano “mattonella per mattonella”, alla cassette colorate appese per divenire porta asciugamani e da tanti altri dettagli. Nulla è lasciato al caso, tutto nella stanza è curato con un pizzico di amore e ricorda tanto lo stile “Capri”.
Nelle Vicinanze…
Il R&B Novecento nasce nel centro storico di Massafra, territorio ricco di bellezze naturali e monumentali, patria della civiltà rupestre, ricco di curiosità e tradizioni cittadine da vivere durante tutto l’anno.
Addentrandosi nei vicoli e nelle stradine della città vecchia, infatti, si può raggiungere il Duomo di San Lorenzo (che al suo interno conserva ancora quadri settecenteschi di notevole valore), l’antica piazza dell’orologio, il maestoso castello oltre a scoprire numerose “chicche” che il territorio offre. Numerose chiese e conventi, tra cui vale la pena citare un originale e perfettamente conservato convento benedettino, un antico convento di frati cappuccini, il famoso santuario della Madonna della Scala incastonato sullo strapiombo di una stupenda gravina, le numerose grotte patria della civiltà rupestre, tra cui la famosa grotta del Mago Greguro (l’antico farmacista della comunità) e diverse cripte anch’esse scavate nella roccia e adoperate come luoghi di culto, ancora ggi ricche di affreschi originali e perfettamente conservati.
La posizione del Novecento è ottimale per vivere a pieno la ricchezza dell’antico borgo, a due passi dai tanti ristorantini della città, dotata di una suggestiva terrazza panoramica, ambita da tutti gli ospiti della struttura per immortalare la loro esperienza.
La città di Massafra e le sue Gravine
Le Gravine, lunghi e tortuosi crepacci che solcano il terreno calcareo della Puglia, offrono spesso scenari mozzafiato. Molti luoghi si riconoscono a tal punto in questo strabiliante fenomeno, da aver formato una cinta urbana innestata nella conformazione territoriale, spesso unita da ponti e strade creati ad hoc. Questo costituisce un vero e proprio parco naturale per gli speleologi ed una grande ricchezza culturale per tutti i turisti ed i residenti.
Conosciuta in tutto il mondo, Massafra è legata profondamente alle sue gravine e soprattutto a quella della Madonna della Scala che si estende per oltre 4 km., costellata da grotte, aromi, profumi e da una vegetazione unica, ricca di oltre seicento piante, molte delle quali officinali e mediche. Nel tufo delle gravine la gente, nel tentativo di trovare riparo e sicurezza, scavò grotte rendendole abitazioni. Così nacquero i villaggi rupestri tra i quali il più famoso quello dove nasce la grotta del Mago Greguro: complesso di 12 grotte intercomunicanti con all’interno banchi di lavorazione e circa 300 loculi usati come scaffali su cui riporre le pozioni.
Il territorio di Massafra comprende circa 30 chiese rupestri, note anche come cripte bizantine, databili fra il IV ed il XV secolo d.C., di notevole interesse iconografico ed architettonico. Le principali Cripte sono: Buona Nuova, San Marco, la Candelora, San Leonardo, Sant’Antonio.
Il Castello di Massafra ha la forma di un quadrilatero: le tre torri più antiche sono circolari, mentre quella a sud-est che sovrasta la gravina di San Marco è ottagonale. Tutte le torri sono scarpate e fornite di larga merlatura e cornici ad eccezione della torre ottagonale.
Nel 1500 fu abitato dalla famiglia Pappacoda che restaurò il vetusto edificio e ne arricchì la struttura con nuovi bastioni e mura. Nei secoli XVII e XVIII appartenne alla famiglia degli Imperiali.
Attualmente il castello è sede della Biblioteca Comunale e del Museo Civico Archeologico della Civiltà dell’Olio e del Vino visitabile tutto l’anno.
Folklore, religiosità popolare e tradizioni
E’ l’appuntamento annuale principale. Il Carnevale di Massafra giunto alla sua 60° edizione, ha radici profonde e si perde nella notte dei tempi. Il Carnevale Massafrese è del tutto atipico rispetto agli altri che si svolgono sulle territorio italiano. Rappresenta una miscellanea vincente tra manifestazioni carnascialesche ed imponenti sfilate di carri allegorici in cartapesta.
I riti della settimana santa rappresentano per la città di Massafra un insieme di appuntamenti di religiosità popolare molto coinvolgenti dal punto di vista spirituale. Tutta la cittadinanza e le alte cariche politiche partecipano agli eventi religiosi seguendo le processioni che si tuffano tra strade bianche e gravine rigogliose che fanno risaltare il sentimento di fede e quello legato alle sue tradizioni.
Massafra è anche tradizioni culinarie legate alla semplicità dei prodotti utilizzati per le preparazioni più tipiche. Come le tipiche orecchiette pugliesi condite con ragù di pomodoro fresco, basilico e cacio ricotta proveniente dalle masserie del circondario; oppure i pizzicarieddi (piccoli gnocchetti) conditi con pecorino locale e ricotta piccante. Oppure i prodotti caseari come: le mozzarelle, le scamorze, i caciocavalli, le burratine.
La città di Taranto
Taranto ha un cuore antico che batte tra i due mari (Mar Piccolo e Mar Grande) e le hanno valso l’appellativo di “Città Dei due Mari”. Da sempre base tra le più importanti della Marina Militare, Taranto vive in stretto rapporto con il mare che costituisce la caratteristica dominante della Città.
Il maestoso Ponte Girevole è il suo simbolo, che collega l’isola del borgo antico alla città nuova superando il canale che unisce Mar Grande a Mar Piccolo. Viene aperto periodicamente, facendo ruotare le due metà su un lato, per consentire il passaggio a grosse navi militari. Accanto al ponte girevole, nella parte antica, sorge il Castello Aragonese, grandiosa opera di difesa. Taranto vecchia è arroccata su un’isola che si riallaccia alla città nuova per mezzo di due ponti e addentrandosi nel cuore antico della città si scopre la magia di vicoli strettissimi e di luminose piazzette, l’eleganza architettonica di case e strade attraverso le quali è possibile raggiungere il Duomo di San Domenico di epoca romanica con cripta bizantina.
La città di Martina Franca
Martina Franca, elegante cittadina adagiata su una delle ultime colline meridionali della Murgia sud-orientale, domina l’incantevole Valle d’Itria, splendida distesa verde biancheggiante di trulli.
La maggiore attrattiva della città è senza dubbio costituita dal caratteristico centro storico, che si presenta al visitatore in uno scenografico dedalo di viuzze e incantevoli stradine, ove serpeggia la splendida arte barocca e sulle quali si ergono pregevoli palazzi signorili dalle stupende balconate in ferro battuto (da citare Palazzo Ducale), deliziose ed antiche chiese (la basilica di San Martino, Santo patrono della città, e la chiesa di San Domenico) e caratteristici slarghi. Oltre ad un ricco paesaggio punteggiato dalle antiche “casedde”, i famosi trulli e dalle tipiche costruzioni delle masserie, preziose testimonianze dell’archeologia industriale, Martina Franca gode di un vasto territorio carsico ingemmato da suggestive grotte. Dalla sua strategica posizione, la città regala alla vista dei visitatori una suggestiva panoramica sulle località limitrofe, aldilà delle quali si stende la provincia di Brindisi e Bari e, ancora oltre, il Mare Adriatico. Martina Franca, inoltre, offre l’incantevole Parco delle Pianelle, e verso verdi paesaggi, a sud, costellati dalle vaste coltivazioni di viti, proponendo piccole oasi di pace e tranquillità per turisti. Martina Franca è quindi una meta turistica molto ambita anche per la sua vivacità culturale, che trova massima espressione nell’ormai celebre Festival della Valle d’Itria nato nel 1975, da sempre fiore all’occhiello dell’attività culturale cittadina.
I Trulli di Alberobello
La straordinaria cittadina di Alberobello costituisce uno dei più singolari centri abitati del mondo, divenuto patrimonio mondiale dell’Unesco grazie prevalentemente alla presenza dei suoi pittoreschi trulli (se ne contano più di 1000).
Il trullo è una caratteristica casa di contadini o di artigiani, realizzata con muri a secco, sui quali si innalza una cupola a forma di cono, chiuso da un pinnacolo e rivestito, sempre a secco, da filari concentrici e spioventi di lastre lisce di grigia pietra locale, dette chiancarelle. L’itinerario attraverso il quale scoprire le viuzze e gli angoli più suggestivi della Capitale dei Trulli, nonché i suoi monumenti e musei, ha inizio dal Terrazzino Belvedere. Qui il visitatore, godendo di uno splendido panorama sul centro storico, dominato da tetti a cono abbelliti dai misteriosi simboli disegnati con la calce, avvertirà immediatamente di essere in una città unica al mondo. Il percorso continua con la visita al centro storico rione Aia Piccola, costituito da circa 400 trulli, per la maggior parte ancora utilizzati come abitazioni. Nell’Aia Piccola, incontriamo anche il Museo dell’Artigianato Dei vecchi e dei Nuovi mestieri, in cui ammirare attrezzi e strumenti della cultura artigiana della nostra terra ed il Museo dell’Olio. Proseguendo nel centro storico si raggiunge poi la Casa D’Amore, monumento dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità, che rappresenta la prima casa costruita con l’utilizzo di malta e senza la classica forma a trullo. Da qui si raggiungere anche la Basilica Minore dedicata ai Santi Medici Cosma e Damiano. Alle spalle della chiesa, è ubicato il Trullo Sovrano, che rappresenta il più avanzato esempio di trullo disposto su due piani, in cui, tra focolari, attrezzi da cucina e telai, si respira ancora l’atmosfera di un tempo. Particolare importanza nel centro storico riveste anche il rione Monti, che conta più di 1000 trulli disposti in sette differenti vie di incomparabile bellezza. Tra questi da menzionare sono i Trulli Siamesi, particolari per la loro forma doppia. Qui il visitatore sarà attratto dalla maestria dei numerosi artigiani che con le loro botteghe animano fino a tarda sera il quartiere.
La Città di Matera: i Sassi
Con il passare degli anni la città di Matera continua a suscitare stupori e ad emergere per il suo paesaggio, a detta di tanti, incantato. Matera, dichiarata dal 1993 Patrimonio Mondiale dell’UNESCO è stata definita unica al mondo per la sua configurazione ed i suoi paesaggi così contrastanti fra loro.
Il Sasso Barisano, girato a nord-ovest sull’orlo della rupe, fulcro della città vecchia, è il più ricco di portali scolpiti e fregi che ne nascondono il cuore sotterraneo. Il Sasso Caveoso, che guarda invece a sud, è disposto come un anfiteatro romano, con le case-grotte che scendono a gradoni, e prende forse il nome dalle cave e dai teatri classici. Al centro si trova la Civita, sperone roccioso che separa i due Sassi, sulla cui sommità si trova la Basilica Cattedrale. Matera è la città delle Caverne, dei Villaggi Trincerati, delle Case contadine scavate nella roccia, delle oltre 120 Chiese Rupestri con affreschi bizantini e grandi Chiese Romanico-Pugliesi e Barocche, tra le quali citare la Chiesa rupestre dello Spirito Santo, la Chiesa di San Domenico e la chiesa di San Giovanni Battista. E’ la città che ricorda geologicamente l’antica Gerusalemme e la Cappadocia. Fu meta di tanti popoli e dei loro capolavori, ma continua ad essere meta dei grandi attori e registi che trovano in Matera un posto adatto per girare i loro film. Un luogo abitato da sempre, dove è facile ripercorrere la storia dell’Uomo dal paleolitico fino ad oggi, dai villaggi neolitici al vasto tessuto urbano della Civiltà e dei Sassi, dove l’uomo ha saputo utilizzare le scarse risorse del territorio senza distruggerlo, ma integrandosi con esse.
Le similitudini col Salento: Territorio e Tradizioni
Mare, sole e natura in un ritmo travolgente. L’energia vitale del Salento coinvolge ed affascina, facendo diventare il turista protagonista di una vacanza indimenticabile.
Come il Salento, anche tutta la provincia di Taranto, terra di approdi e partenze, sta vivendo negli ultimi anni un sorprendente risveglio culturale grazie alla rivalutazione e valorizzazione delle sue tradizioni e della sua storia, a beneficio di un turismo sostenibile, genuino, affatto invasivo, in sintonia con la crescente richiesta di una dimensione vera ed ancora in grado di offrire esperienze e sensazioni non omologanti o artificiali bensì a contatto con una cultura antica e complessa, ma sempre pervasa dallo spiccato spirito di accoglienza dei cittadini della provincia di Taranto.
Il Sud Italia: La Puglia e la sua cucina d’eccellenza.
Quella pugliese è una cucina semplice, legata soprattutto al lavoro della terra, che ha elaborato piatti tipici da molti sapori e profumi. I cardini di questa gastronomia:
Olio – Grano – Verdure – Latte e derivati -Pesce – Agrumi – Vigneti.
OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA PUGLIESE
Partendo dalla fascia costiera adriatica fino all’entroterra, la Puglia risulta ammantata di splendidi oliveti. Gli alberi secolari con le loro fronde ampie e fitte, si innalzano come monumenti della natura dal terreno, mentre i tronchi, saldamente ancorati alla terra e spesso avviluppati su se stessi, esprimono tutta la loro assoluta unicità di forza e di frutti. Sono loro, infatti, i giganti da cui si ricava la materia prima in assoluto della cucina pugliese e ormai conosciuta in tutto il mondo come di OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA.
I GRANI DI PUGLIA
Sin dai tempi dei romani la Puglia era definita il granaio d’Italia, e qui il gustoso cereale si è dimostrato capace di diventare pietra fondante di un’intera cultura culinaria, divenendo indispensabile in buona parte delle ricette tipiche del territorio. Le principali aree di sviluppo di grano in Puglia, concentrano al loro interno campi coltivabili capaci di distendersi a perdita d’occhio, ricordando a ogni visitatore un panorama antico e bucolico, quello dei classici mulini che lavorano alacremente alla creazione di una farina gustosa e prelibata una farina gustosa e prelibata, mentre le piantagioni crescono instancabili e con un colore giallo vivo.
LA PASTA ITALIANA
La pasta ha avuto modo di plasmare interi stili di vita, piatto povero per definizione ma rappresentante per eccellenza di tutto lo stato italiano. Attualmente centinaia di massaie creano a mano il loro impasto, dando vita ogni giorno a centinaia di orecchiette e molte altre varietà di pasta fatta a mano, figlia di una farina levigata dal grano duro che abbraccia tutta la Puglia. Ma anche focacce, pizza, pane, sono tutte pietanze che trovano nel duttile cereale la loro origine.
I TARALLI PUGLIESI.
Immancabili sulle tavole pugliesi i taralli pugliesi o scaldatelli pugliesi sono un ottimo aperitivo accompagnati magari da un bicchiere di vino rosso o uno snack per una pausa sfiziosa in ufficio. Molto apprezzato è anche il loro accostamento con salumi e formaggi.
Tipici della tradizione gastronomica regionale, tutt’ora la ricetta più apprezzata è proprio quella casalinga. Fatti a mano dalle nonne con ingredienti semplici, i taralli possono essere aromatizzati a proprio piacimento in base a gusti o desideri di sperimentazioni: cipolla, peperoncino, olive, semi di finocchio, di zucca, di papavero, pomodori secchi e molto altro. Le varianti possibili sono tantissime.
L’importante per ottenere un buon risultato è seguire passo dopo passo quanto suggerito nella ricetta originale dei taralli pugliesi fatti in casa. La preparazione è semplice, ma ovviamente la vostra manualità nella realizzazione degli stessi.
LA FOCACCIA PUGLIESE.
Non c’è dubbio, uno dei piatti tipici della gastronomia pugliese più apprezzato dai pugliesi stessi e dai turisti che specialmente d’estate si riversano nella nostra regione è decisamente la focaccia. Starete pensando “certo ma la focaccia si fa in tutta Italia, non solo in Puglia”… certo, ma la focaccia pugliese con patate è tutta un’altra cosa, provare per credere.
Un’ottima pietanza per accompagnare i pasti o sostituirli in una giornata al mare, magari accompagnata da provolone e mortadella. Si dice che questi ingredienti siano “la morte della focaccia”, ossia i più indicati da associare a questo prodotto, ma ovviamente ognuno decide di farcirla a proprio piacimento. La preparazione del piatto ha una difficoltà media, ma non abbiate timore, seguite la nostra ricetta e riuscirete a preparare e gustare un’ottima e croccante focaccia pugliese. Magari non sarà come acquistarla in un panificio di Bari, ma il risultato sarà sicuramente di vostro gradimento.
I POMODORI APPESI: LA ‘NZERT.
Fa parte della tradizione culinaria pugliese, di quelle che hanno un’origine che si perde nel tempo, che si tramanda da generazioni e che racconta un po’ questa straordinaria terra, i suoi colori, i suoi profumi, la sua vita semplice dalla vocazione contadina.
Si tratta dei “pomodori appesi”, un modo tipicamente pugliese di conservare i pomodori, che permette di gustarli anche nei mesi invernali, un po’ come si fa con le conserve e con la salsa. Sono inoltre i pomodori appesi ad essere entrati a far parte dell’immaginario comune, quando si parla di Puglia. I pomodori appesi vengono anche chiamati con la parola dialettale “La‘nzerta”, proveniente dal mondo rurale e che indica uno dei metodi di conservazione più salutari e versatili, tipico della cucina mediterranea.
LA MOZZARELLA DI PUGLIA.
La Puglia è una regione particolarmente specializzata nella produzione di mozzarella che, proprio per merito della sua versatilità, ben si presta a essere mangiata al naturale e a temperatura ambiente o all’interno di piatti più ricchi ed elaborati. Famosa in tutto il mondo per la sua forma sferoide o cuboide e il suo sapore indimenticabile, la mozzarella – anche nota come mozzarella fiordilatte – è l’ingrediente principale di una moltitudine di ricette. La mozzarella è un formaggio a pasta filata fresco e molle, di lunga tradizione e tipico del bacino del Mediterraneo, per via dei caldi climi che hanno indotto a sfruttare la rapida acidificazione del latte e la relativa coagulazione necessari per la sua produzione.
IL CACIOCAVALLO PUGLIESE.
Il Caciocavallo è un antichissimo formaggio, le cui origini sono da ricercare in diverse aree dell’Italia meridionale, dove lo stesso viene prodotto in varietà differenti che conferiscono allo stesso un gusto particolare. Cerchiamo quindi di conoscere meglio questo gustoso prodotto caseario delle terre del nostro Mezzogiorno, individuando le caratteristiche che permettono di distinguerlo rispetto ad altri formaggi.
E’ un formaggio a pasta filata non cotta, la cui produzione avviene – nel presente – quasi esclusivamente impiegando latte vaccino: in alternativa a quest’ultimo, ma in misura nettamente contenuta, viene utilizzato del latte di bufala. Ciò che contraddistingue immediatamente questo formaggio rispetto a tanti altri prodotti caseari altrettanto famosi, è sicuramente la sua forma paragonabile a quella di una pera.
LA BURRATA.
La Burrata è un formaggio fresco a pasta filata, prodotto in Puglia, nella zona delle Murge e in particolare ad Andria, sua città natale. Anche se ricorda la mozzarella la sua consistenza è molto più morbida e filamentosa. Della forma di una nuvola, candida, liscia e morbida, la burrata è velocemente divenuta popolare in tutta Italia e poi nel mondo, come uno dei più gustosi e riconoscibili prodotti tipici della ricca tradizione culinaria pugliese.
ha l’aspetto di un piccolo sacchetto di pasta filata, bianco e lucido, dello spessore di circa 2 mm. Questo sacchetto, fatto a mano, rinchiude un morbido cuore di “sfilacci” di pasta filata e panna chiamato stracciatella. Il nome non è casuale e deriva dalla modalità di preparazione, con cui la pasta filata viene “stracciata” a mano per formare pezzi (lucini) di forma e lunghezza irregolari.
LE COZZE DI TARANTO (MITILI E PESCE)
Il loro allevamento avviene per messo di lunghi pali di legno di castagno (oggi spesso sostituiti da pali di ferro) conficcati nel fondo marino e che fuoriescono dalla superficie dell’acqua per circa un metro; fra i pali sono tese funi di fibra vegetale. A queste funi vengono appese le reste all’interno delle quali viene deposto il novellame ovvero piccole cozze di uno o due cm.
La produzione delle cozze tarantine avviene richiede circa quattordici mesi di attesa, a cominciare dal mese di novembre con la preparazione dei cosiddetti letti, ossia delle griglie di corda. A marzo i letti vengono staccati e le cozze ripulite accuratamente. Alla fine del mese di marzo, le cozze vengono stese al sole per eliminare eventuali microbi e si procede con il primo innesto. In tutto il ciclo produttivo l’innesto avviene 4-5 volte. Verso maggio o giugno le cozze di Taranto sono quasi adulte e quindi pronte per essere distribuite sui mercati nazionali ed esteri. Prima di giungere sui mercati, i mitili vengono però controllati in laboratorio, depurati e poi confezionati in appositi stabilimenti che ne garantiscono freschezza e salubrità. Ciò che rende le cozze di Taranto particolarmente apprezzate sul panorama dei mercati internazionali é il loro gusto intenso e profumato, caratteristica che viene loro conferita dalla presenza, nel Mar Grande e nel Mar Piccolo, a 60 metri di profondità, di circa trentaquattro sorgenti di acqua dolce di origine carsica chiamate citri che immettono in continuazione acqua dolce. La presenza dei citri infatti determina condizioni di bassa salinità, ideali per il metabolismo dei mitili. Le cozze tarantine le riconosci subito: il frutto è bianco-rosato, con profumo di iodio e di mare cristallino, dal gusto pieno e dolce.
LA FRITTURA DI PARANZA.
La frittura di pesce prende anche il nome di frittura di paranza che deriva dalla tipologia di pesca fatta con barche che praticano la pesca a strascico, ovvero trascinando le reti dal fondo: queste tipiche imbarcazioni si chiamano appunto paranze.
Questo tipo di pesca è molto diffuso in Puglia dove, come si può immaginare, una buona frittura di paranza non manca mai in casa come nei ristoranti che con il pesce fresco preparano la maggioranza dei piatti tipici pugliesi come la zuppa di pesce e altre gustose ricette. Il pesce misto da frittura si trova già preparato nei banchi dei mercati del pesce e in Puglia comprende diverse varietà di pesce fresco di pesca locale, povero e di piccolo taglio. Nella frittura di mare pugliese non devono mai mancare pesci come triglie (piccole), molluschi come seppioline, calamari tagliati ad anelli e totani, e crostacei come gamberetti.
AGRUMI DI PUGLIA.
ll sole del Meridione ha da sempre aiutato la coltivazione degli agrumi, così, le campagne dell’entroterra pugliese si dipingono dei toni caldi e luminosi degli agrumeti. Le zone in cui è più facile imbattersi nei loro profumi e colori sono sicuramente quelle della provincia tarantina, tra cui, le più importanti per la massiccia produzione ed esportazione sono ad esempio Palagiano, Massafra, Ginosa e Castellaneta. Basti pensare che in territori come questi, le aree dedicate agli agrumeti superano i 7000 ettari, in soldoni, da soli bastano a coprire ben l’80% dell’intera produzione in tutta la Puglia.
Tra le numerose tipologie di agrumi che riescono a trovare terreno fertile e soprattutto una maggiore diffusione in Puglia ci sono le arance Washington, Moro e Tarocco. I mandarini comuni hanno subito un momento di calo d’interesse vista l’enorme offerta, tuttavia sono state molto apprezzate le Clementine del Golfo di Taranto, insignite anche di marchio DOP nel 2003. Questa varietà è stata molto preferita agli altri tipi di mandarini e mandaranci specialmente perchè più grandi, dalla polpa succosa e la totale assenza di semi e semini all’interno! Molto coltivato, prodotto ed esportato è il limone, soprattutto nelle varietà del Monachello, Interdonato e Femminiello, facilmente reperibile nella zona del Gargano.
I FICHI.
Chi oggi attraversa il territorio pugliese può vedere solo ciò che rimane di un antico sistema colturale legato al fico, ma può scorgere ancora, prestando attenzione, i segni di un paesaggio rurale strettamente legato a questa specie; testimone di una coltura tradizionale ormai in abbandono lo troviamo consociato ad olivo, mandorlo ma anche a colture ortive, e ancora in sparuti ficheti lungo le zone costiere del basso e alto Salento, sulle Murge, nella Piana di Bari, nel vasto tavoliere foggiano.
Sia la costa ionica che quella adriatica offrono in questo senso tutti i segni di un ambiente arcaico, dove il fico è ancora parte di un suo vecchio paesaggio sia pur frammentato dalle tante costruzioni e dal “nuovo verde” di discutibile ornamento. Proprio tra gli spazi lasciati vivi e immobili, tra le rocce bianche della scogliera, si ergono costruzioni rupestri che con il fico avevano molto da condividere. I furnieddhi, antichi forni di pietra a secco per la cottura dei fichi, le mantagnate, muraglie di pietre a secco costruite per proteggere le piante dal vento salso lungo la costa o dai venti freddi nell’entroterra, spase, littere, cumuli di pietrame minuto utilizzato per l’esseccazione su erbe secche o graticci di canne. All’interno delle piccole parcelle di terreno troviamo ficazzani, culummi bianchi e neri, maranciana e soprattutto rizzeddha, resistente alle condizione estreme della costa e qui padrona assoluta tra le varietà da essiccare; più ancora dell’onnipresente dottato che da qui rifugge in cerca di terreni migliori nell’entroterra pugliese.
UVA PUGLIESE.
L’uva è uno dei prodotti più straordinari che la nostra bella terra di Puglia ci offre. La consumiamo con piacere sia nella sua versione da tavola, che per vinificazione, dando vita a vini che ogni anno diventano sempre più protagonisti della scena vitivinicola non solo italiana ma anche internazionale.
Basti pensare che solo poche settimane fa, la popstar Madonna celebrava un vino rosè pugliese in un suo tweet inviato direttamente dalla sua vasca da bagno! Ma veniamo a noi. In Puglia vi sono poi tanti vitigni alloctoni, cioè non nativi di questa regione, ma che trovano qui un habitat ideale per crescere e maturare convenientemente. Citiamone alcuni: Malvasia, Verdeca, Susumaniello, Ottavianello, Bianco d’Alessano, Verdeca. Anche se l’uva è la regina incontrastata per ciò che concerne la vinificazione, dovete sapere che qui in Puglia trova anche altri usi. Un prodotto eccezionale è il mosto cotto, chiamato anche Vincotto o in Salento cuettu. E’ ottimo su gelati, sulla giuncata, sulla carne, a guarnizione dei dolci e molto altro. Un uso classico è quello di servire il vincotto con le pittule, squisite palline di pasta di pane fritte in olio bollente.
I VINI AUTOCTONI: NEGROAMARO, NERO DI TROIA, PRIMITIVO.
Il Negroamaro è un vitigno prettamente salentino e molto antico. Sembra sia stato portato qui tra l’VIII e il VII sec a.C dai Greci. Se in latino “niger” vuol dire nero, anche in greco “mavrus” significa nero: l’etimologia dunque non lascia grande spazio a interpretazioni!
Le sue uve sono nere ed il grappolo è piccolo e compatto. E’ una pianta molto resistente al calore, ed ecco spiegato perchè si trova così bene in questo estremo lembo di terra del nostro bel paese. Le sue bucce sono ricche di polifenoli. Si usa per la produzione di vini rossi ma anche di piacevoli vini rosati, sia in purezza che in combinazione con altri vitigni.
Nero di Troia.
Chiamato anche Uva di Canosa, il nero di Troia sembra abbia, come il negroamaro, origini elleniche. Sembra che Diomede, migliore amico di Ulisse, sia giunto nell’attuale Puglia a seguito della guerra e che abbia portato con sè alcuni esempi di questo vitigno. Tuttavia, alcuni studiosi ipotizzano che il vitigno in questione esistesse già in zona e che anzi le popolazioni locali (Dauni) fossero perfettamente in grado di ricavarne del vino. Il Nero di Troia è un vitigno che cresce autoctono in tutta la Puglia centro settentrionale. Ne esistono due varietà, detti biotipi, quella di Canosa (o Ruvo) e quella di Barletta. Tra i vitigni autoctoni pugliesi, il nero di Troia è l’ultimo a raggiungere maturazione: la vendemmia si effettua infatti a fine ottobre: i rischi non mancano, poichè il clima, per quel periodo dell’anno, potrebbe riservare spiacevoli sorprese. Per ciò che concerne la vinificazione, nei tempi passati, si ovviava alla presenza di notevoli quantità di tannini nelle sue bucce andando a creare un blend (ovvero un mix) con vitigni Montepulciano. Recentemente, tuttavia, dietro l’esigenza e la volontà di affermazione dell’identità della regione Puglia sul mercato vitivinicolo, si è cercato di produrre meno blend possibile e di andare a sviluppare un vino Nero di Troia in purezza, esperimento che possiamo definire molto ben riuscito.
Primitivo
Anch’esso è autoctono pugliese e presente quasi esclusivamente in Puglia. Fu un sacerdote pugliese di Gioia del Colle che nel XVIII secolo studiò questo vitigno e vi assegnò il nome di Primitivo. Al contrario del Nero di Troia, il primitivo arriva per primo a maturazione, ed ecco spiegato il suo nome. Peraltro, vi incuriosirà sapere che negli Stati Uniti D’America esiste un vitigno pressocchè identico al Primitivo, chiamato Zinfandel. Ma non finisce qui: anche in Croazia sembra ci siano dei vitigni geneticamente identici al Primitivo. In generale, vale la pena di sapere che il Primitivo è una varietà abbastanza delicata, poichè soggetto a muffe e poco resistente alla siccità, così come alle gelate. I suoi grappoli sono generosamente zuccherini, pertanto il primitivo produce vitigni sempre con gradazione alcolica abbastanza alta. Da sempre, dunque, è stato usato come vino da “taglio” e inviato altrove in Italia o Europa per dar vita a blend. Recentemente però, si è riscoperto il gusto pugliese per le varietà autoctone e, complice il desiderio di affermazione della regione nel panorama vitivinicolo internazionale, si è dato vita a vini in purezza assolutamente degni di nota.
Un pò di Foto…
Informazioni e Novità
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